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Il Pensiero Sociale 4 - Il Primo Passo della Comunicazione: Pensare ai Pensieri

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© 2021 Think Social Publishing, Inc.


Come abbiamo scoperto nell'ultimo articolo, la comunicazione e' un processo dinamico che cambia nei diversi momenti. Diventare dei conversatori di successo va ben oltre l'apprendimento delle parole o azioni sociali appropriate: significa essere in grado di pensare in modo sociale quando queste situazioni sorgono.

 

I quattro passi della Comunicazione presentati precedentemente, delineano la natura intricata delle varie relazioni della comunicazione, paragonabile alla danza fluida, verbale e non verbale,  che avviene ogni qualvolta due o piu' persone si trovano insieme. In questo articolo e nei prossimi, analizzeremo e discuteremo questi quattro punti dettagliatamente e offriremo delle strategie di base, al fine di aiutare i nostri studenti nella sfida del pensiero sociale,  imparando ad essere dei partner sociali migliori.

 

Fermatevi un momento a considerare  un incontro recente con qualcuno. Mentre pensate, valutate i seguenti pensieri sociali che vi passeranno per la mente, (in modo consapevole o meno, e in millesimi di secondo):

  • Cosa so di questa persona? Che "passato" abbiamo in comune?
  • Mi piace questa persona e voglio parlargli o e' qualcuno che preferisco evitare? (In        ogni caso, mentalmente pianifichiamo per conversare con la persona o per sfuggirgli).
  • Ricordate le intezioni degli ultimi scambi sociali avuti in passato: c'era stato un motivo, uno scopo (positivo o negativo) o si trattava di una conversazione puramente sociale?
  • Se puramente sociale, di che cosa questa persona amava parlare? Quali erano gli argomenti da evitare?

 

A livello inconscio, usiamo tutta la nostra abilita' del pensiero sociale per mantenere il nostro ruolo nell'interazione comunicativa. Mostriamo interesse anche quando non siamo completamente presi dall'argomento; consideriamo le emozioni e intenzioni del nostro interlocutore e apportiamo modifiche all’interazione per tenerci sintonizzati positivamente su di lui; rispecchiamo le sue emozioni; non monopolizziamo la conversazione; usiamo dei meccanismi riparatori del dialogo quando la conversazione prende una strada sbagliata.

 

E se la persona e' semplicemente un conoscente, o addirittura sconosciuto che vi si avvicina in un negozio mentre fate acquisti? Altre abilita' che appartengono al pensiero sociale intervengono: notate attributi fisici per classificarne il sesso, l'eta', le preferenze di stile nell'abbigliamento; usate tutte le vostre capacita' di pensare socialmente  in modo da poter "indovinare intelligentemente" (“smart guess”)  il modo piu' giusto per interagire; considerate attentamente come si svolge l'interazione e se si sviluppa in maniera positiva o negativa; osservate le risposte emozionali della persona, la scelta dei suoi argomenti, ecc.., giudicando in quale modo rispondergli o cosa fare nel frattempo; controllate le vostre reazioni per capire se vi interessa continuare la conversazione o se preferite interromperla.

 

Pur sapendo ora in maniera assolutamente ovvia che non possiamo comunicare efficacemente senza avere anche un processo di pensieri, quando i nostri studenti con difficolta' di pensiero sociale vengono inseriti in uno dei nostri gruppi sociali, li facciamo praticare come si parla l'uno all'altro (attraverso turni di conversazione, rimanere nel tema,..). Ma quello che dobbiamo fare, e' dedicare piu' tempo  a insegnargli il processo piu' attivo del pensiero sociale, quello che sostiene la conversazione. L'insegnamento del pensiero sociale e' essenzialmente l'insegnamento dell’abilita' di "prendere la prospettiva" ossia la considerazione dei diversi punti di vista, (anche chiamata “Teoria della mente"). Vogliamo insegnargli a pensare ai pensieri, che la prima fase nei 4 passi della comunicazione: bisogna pensare ai pensieri e sentimenti degli altri cosi' come pensiamo  ai nostri.

 

Prima di iniziare a escogitare strategie o a tentare di insegnare ai nostri studenti come pensare ai pensieri, dobbiamo capire piu' profondamente questo concetto. Esattamente cosa significa "pensare ai pensieri'?

 

L'abilita' di considerare le diverse prospettive (PT, “Presa di prospettiva”) dei bambini nello spettro dell'autismo, varia in maniera notevole. Alcuni studenti con un'abilita' PT bassa, non riescono neppure a comprendere che gli altri abbiano pensieri e sensazioni diverse dalle loro. Possono letteralmente pensare che tutti hanno esattamente i loro stessi pensieri nello stesso momento in cui loro li provano! Forse vi sara' capitato di conoscere un  bambino autistico che inizia un discorso con la fine di una frase e si stupisce se non dimostrate di capire di cosa sta parlando. Pensa che abbiate gia' sentito quello che lui ha pensato e, quindi, che potete seguirlo nel suo pensiero-discorso. A questo livello di sviluppo dell'abilita' di prospettiva, le lezioni da insegnare possono includere:

  • capire che le persone hanno pensieri individuali basati sulle loro esperienze personali uniche.
  • talvolta le persone possono manipolare i nostri pensieri cercando di farci pensare delle cose che non sono vere.
  • i pensieri delle persone determinano le loro emozioni; i loro sentimenti determinano i loro pensieri.
  • le persone possono decidere che tipo di impressione dare agli altri.
  • le persone  si aspettano che, se coinvolti in una interazione sociale, tutti devono pensare alle persone coinvolte.
  • Se non facciamo quello che gli altri si aspettano, gli altri penseranno che siamo strani e viceversa.
  • Se le persone si trovano in un gruppo, dobbiamo considerare come tutte le persone del gruppo si sentono, non solo ad alcune.

 

Gli individui autistici a piu' alto funzionamento possono avere delle abilita' di prospettiva maggiori. Il nostro lavoro e' quello di aiutarli a imparare le sfumature e le sottigliezze del pensiero sociale. Alcune delle lezioni associate a questo tipo di abilita' includono:

  • I pensieri sociali e le aspettative variano con l'eta'. Quello che la gente pensa di te a 6 anni puo' essere molto diverso da quello che pensano di te a 12 o 18 anni.
  • Ricordare la "storia" sociale, il passato, fra te e gli altri dimostra che sei interessato a loro.
  • Ogni azione che compi puo' cambiare l'opinione che la gente ha di te; controllare quello che dici e che fai davanti a una persona e' molto importante, sempre.
  • Tutte le persone cercano di interpretare le intenzioni degli altri;  e lo fanno osservando quello che fai e dici e quello che NON fai o non dici.
  • Capire che stai pensando agli altri non e' abbastanza; devi anche cercare di capire cosa gli altri pensano di te.
  • Devi dedicare del tempo a parlare con gli altri delle cose che gli interessano, anche se per te sono noiose. Insegnamo ai nostri studenti a "fingere" di essere sociali.
  • Le tue azioni contano e devi accettare la tua responsabilita' per il ruolo che svolgi nell'interazione sociale. Affermare che non ti interessano i sentimenti degli altri, puo' offenderli e causare un atteggiamento diverso (peggiore) nei tuoi confronti.

 

Pur sembrando dei concetti logici, il loro insegnamento e' profondo e richiede molto tempo e pratica (anche anni). Molti dei nostri studenti ad alto funzionamento si fermano semplicemente al pensiero di quello che pensano del mondo e come gli altri li fanno sentire. Aiutare questi studenti a focalizzarsi su quello che gli altri pensano e come il nostro comportamento determina i loro atteggiamenti nei loro confronti, e' la lezione che dobbiamo impartire, pur nella sua difficolta'.

 

Nel prossimo articolo, riprenderemo queste idee mettendole in pratica con l'insegnamento di strategie che possono essere usate a casa e/o nell'ambiente scolastico o in altri luoghi d'incontro.

 

*Ulteriori informazioni sui Quattro Passi della Comunicazione (FSOC)  le potrete trovare nel libro di Michelle G. Winner, Thinking About You Thinking About Me, 2nd edition (Winner, 2007); ulteriori strategie per sviluppare questi concetti, le potete trovare nel libro Think Social! A Social Thinking Curriculum for School aged Students, 2nd printing (Winner, 2008).

 

Michelle Garcia Winner
Logopedista (CCC-SLP) di fama internazionale e’ considerata una terapista innovatrice nel trattamento di persone con difficolta’ dell’apprendimento sociale. E’ inoltre un’ autrice prolifica, un’ insegnante appassionata e una relatrice entusiasta. Nel suo studio-clinica privato a San Jose, (California), Michelle e il suo team di logopediste offrono consulenza e terapie individuali e di gruppo, a servizio delle famiglie e delle scuole.

 

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